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Lettera F

Faierzaih: accendino in uso nel dialeto derivante dal tedesco/ durante la guerra i tedeschi insidiati a Gorizia per chiedere fuoco o da accendere usavano dire così e la parola entrò nel uso comune a quei tempi.

Fadigà: fare fatica in un lavoro… oggi go fadigà come un mulo

Falisca: scintilla → “Se ga brusà i fili del televisor e ga fato un per de falische

Falopa: termine tecnico per indicare il bozzolo da seta difettoso, per estensione: errore. Falopar: fare una figuraccia. Es.: Cio’, go falopa’ ben e no mal co’ la suocera, ghe go da’ diesi ani de piu’ de quei che la ga…

Fapunte classico

Fapunte: temperamatite → Prestime el fapunte che go la matita che non scrivi

Feràl, faràl, ovvero fanale di bicicletta

Feràl o faràl

Faràl o feràl: fanale, termine originariamente usato per indicare i lampioni dell’illuminazione pubblica, veniva chiamata così la luce anteriore della bicicletta.

Fatìzo: malfatto

Fauc (c finale pronunciata come in ciliegia): falcetto. Usato in modo figurato: “Fatto col fauc”, significa in modo grezzo, grossolano

Fià: un poco “te ga un fià de compassion per quela vecia“; alito “te ga il fià che spuza

Flaida: grembiule da lavoro. Anche un vestito brutto, senza forma, per nulla elegante → “Cosa te se ga messo quella flaida? Cambite!

Farsòra

Farsòra

Farsòra: padella per fare frittate

Fetoni: piedi molto grandi → “ara che fetoni te ga? cosa te ga le valigie al posto delle scarpe”

Fiàpo: sgonfio, giù di morale

Figon (de baba)mùla belissima che rasenta la perfezione, non esiste definizione superiore per descriverla ad un amico

Figoto: piagnucoloso, viziato → “Finisila de far el figoto”

Fiococior pel fioco  = irridere, prendere in giro → te ga findo de ciorme pel fioco?

Fiòl (pl. fiòi): ragazzini… Quanti fioi xè? Quanti ragazzini ci sono?

Flapàsgonfiato e inconsistente  vedi flàpo o fiapo

Flàpo: inconsistente…..quel dolce che de ga fa xe flàpo il se ga flapà…

Fliche: soldi

Flobert: arma ad aria compressa (da Louis Nicolas Flobert, inventore della capsula a percussione) → “Ghe ga tirà col flobert”. Anche “floberada”, fucilata, anche metaforicamente.. Usato anche come gargarozzo → “Quel sì che te va giù pel flobert” dicevano le nonne, quando vedevano i bambini mangiare di gusto una qualche pietanza. Averla o prenderla nel flobert significa essere fregati (e quindi il flobert assume significato di deretano, o dedrio)

Flocia: bugia “te ga finido de contar floce

Flosca (pl. flosche) = Sberla (pl. sberle) → Se te ciapo te riva do flosche (=Se ti prendo ti arrivano due sberle)

Fogolàr: fuoco

Fònfo: inzuppato “dopo gaver preso la piova”, pieno “dopo gaver bevù esageratamente”, come una spugna satura d’acqua

Fora: fuori → te son fora come un balcon (fora come un pergolo) essere matti, → cos’te vol butarte del ponte de piuma ma te son fora come un balcon?

Foravia: letteralmente “fuorivia”, in goriziano “di nascosto”. “Te fa le robe de foravia” Stai facendo delle azioni per le quali non hai avuto il permesso.

Forbir: pulire → “Vedi de forbir la tavola, che adesso magneremo“. È’ noto l’episodio del cameriere che, alla richiesta di quattro marinai inglesi sedutisi al Caffè Italia: “Four beers! (quattro birre), si mise a pulire il tavolo, continuando così sempre più stupito, ad ogni ripetizione dell’ordinazione. Quando gli fu spiegato il significato sbottò: “Se i parlassi come che Dio comanda! ” 

Fortàia

Fortàia

Fortàia (alt. furtàia, fortàja, furtàja): scritto e pronunciato in modi diversi, il lemma si riferisce alla classica frittata, normalmente arricchita di ottime erbe come gli urtisoni. → Go fato una fertaia de dodici ovi. Per cucinare la fortàia si utilizza l’apposita farsora.

Fotìo: gran quantità → iera un fotìo de gente ieri sera

Fraia: mangiata, baldoria → “Ieri sera gavemo fato fraia

Fraido: marcio, anche nel senso di ubriaco marcio

Frelauf: contropedale, freno in uso nel passato, fra cui sulle biciclette in dotazione ai bersaglieri, reparto speciale dell’Esercito Italiano

Freschìn: Odore sgradevole simile a quello dell’uovo e tipico di stoviglie mal lavate → El sa de freschin, spuza de vecjo o de ovo marzo. Di probabile origine spagnola (fresco = sgradevole).

Fraca boton salta macaco

Fraca boton salta macaco

Fracàr: verbo, significa pigiare, premere. Sinonimi: strucàr, da non confondere con lo stesso verbo nella forma riflessiva strucarse, ovvero baciarsi appassionatamente fra giovani. Usi: la celebre frase “Fraca boton, salta macaco“, per indicare un’operazione facile da portare a termine. Fracàr è anche un modo volgare per dire fare sesso

Fraco: un sacco di, molto → quel là ga un fraco de soldi, o il ga ciapado un fraco de legnade.

Frasca: identifica una “privada

Frègola: briciola di pane , “No stè far frègole per tera” dicevano le mamme ai bambini.

Fritola: Frittella di carnevale con uvetta e più recentemente crema. Anche organo sessuale femminile

Frizza: grosso taglio, oppure organo sessuale femminile e – per antonomasia – bella ragazza → “Orpo che frizza che te ga in testa”, “Vara che frizza che se quella mula”. “Radicio co’le frizze” “Radicchio condito con i ciccioli di maiale”

Frugà: Xe frugà = è consumato, go frugà = ho cercato.

Fruzzàr: spiegazzare, schiacciare, anche in senso riflessivo → Go pena verto la valigia e go trovado tutta la roba fruzada!Me ga dito che i ga fruzzà el Bepi co’ l’attraversà la strada…

Fuc (alt. Fuć) [‘fuʧ]: Cilecca, mancato risultato. “Alora te xé andada in Austria? ” – “no, la gita xe andada (in) fuc”. Sinonimo: uazca

Fufignezi [fufi’ɲɲetsi]: affari poco leciti

Ful: dall’inglese full, e significa – ovviamente – pieno, riferito a locale o persona “Xe ful de gente“: è pieno di gente

Fünfundzwanzig: fare le cose alla fünfundzwanzig significa fare cose alla carlona. Origine incerta. → No stà butàr lì le robe ala fünfundzwanzig, vedi de far un bon lavoro

Furbo: definisce un surrogato → Oio furbo: olio fatto durante la guerra con alcune olive e tante porcherie! , Brodo furbo: brodo fatto con il dado (a volte definito “mato” o “finto“)

Fùria: fretta → “Son de fùria, no go tempo per le tue monade

Fuscomodo di dire riguardo nebbia e tempo nebbioso, definisce anche alcuni problemi della vista → “Vedere male qualcosa, offuscato, annebbiato.”

Futer o futar: rabbia, frase tipica “Me vien sul el futter“, è l’apice dell’arrabbiatura, segue la fota.

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