Lettera B
Bàba: donna chiacchierona, donna o ragazza in genere. Giocando a pallacanestro il tiro a bàba è quello effettuato a due mani, partendo dal basso. Xe bàbe? ovvero “ci saranno delle ragazze?” era la prima domanda che ci si poneva prima di confermare la presenza ai festini da parte dei ragazzi goriziani.
Babàr: spettegolare “La passa tuto el giorno a babàr cole amiche”
Babàn: uomo avanti con gli anni e non ammogliato
Babàu: uomo nero, usato per spaventare i bambini cattivi
Babezi: chiacchiere spesso maldicenti, roba de babe → Xe babezi che gira su de ti
Bàcolo: scarafaggio o blatta.. Diversi modi di dire hanno per protagonisti i bàcoli: “te gira i bacoli?” significa “sei ammattito, forse?”, “son nero come un bàcolo” ovvero “sono molto arrabbiato”
Bagolar: fare niente, perdere tempo
Bala: pallone (ad es. per il gioco del calcio) → Te me vol passàr quela bala almeno una volta in tuta la partida?; oppure frottola → sì, e mi ghe credo a una bala cussì!; oppure ubriacatura (analogo a mina) → Una bala cussì, me la ricorderò fin che vivo… Per definire chi è giù di morale, si usa giù de bala → Ciò, te xe morto el gato, che te son cussì giù de bala?
Bàlin: (de sc’iopo) palla di fucile → “come un balin de s’ciopo” = “veloce come una palla di fucile”, “il xè rivà come un balin de sci’opo”. Anche “Son fora de balin” = “sei fuori di testa” e “eser giù de balin” = “abbacchiato, triste” .
Balìsta: persona avvezza a raccontare frottole, ovvero “bale”
Balonèr: giocatore di calcio o persona che racconta balle (dette anche floce)
Balordo: stato psicofisico che preannuncia un immediata influenza rafforzato da “oci de sepa” ovvero “te vedo balordo, te ga i oci de sepa”, “te son balordo te covi qualcosa”
Balòti: sassi rotondeggianti che normalmente venivano lanciati nelle acque dell’Isonzo
Bando: parola magica che provoca un time out nei giochi di bambini. “Bando!! fermese tuti che go de parlarve”
Bandòn: rottame metallico
Bartuèla: cerniera, indicare una persona poco coerente, che cambia idea spesso
Barbana: isoletta della laguna di Grado, sede di un convento del XIII secolo, si usa per indicare un luogo remoto dove vivere in reclusione. Si usava per dire “è un po’ che non ti si vede, sei stato via?” → “Ciò dove te son anda’ a finir? A Barbana?”
Barufante: attaccabrighe
Basabanchi : spreg. fedele, assiduo frequentatore della chiesa.
Bastirchio: parola macedonia “politically correct” per definire una persona che ha fatto qualcosa di scorretto nei confronti di qualcuno. Dare del bastardo aveva una connotazione particolarmente aggressiva, mentre bastirchio era un termine più bonario, in uso fra amici.
Basuàl: beota, idiota, stupidino, sciocco → Go compra’ in tabachin un pacheto se spagnoi con una deca e quel basual de garzon me ga torna’ de resto una svanzica… = “Ho comprato in tabacchino un pacchetto di sigarette con un foglio da dieci euro, e quel tonto di commesso mi ha dato di resto una banconota da venti”. Dal friulano “Basoâl”.
Bàter: battere, che assume diversi significati a seconda del contesto → batter brocche: battere i denti, aver freddo (Susy Feleppa); bàter Sant’Anna: modo di dire per significare “te ga fame?” → “Bati Sant’Anna ah?”. Probabilmente riferito alle campane dela chiesa di Sant’Anna, che “le bati” (suonano) all’ora de pranzo, bater (de) carte: giocare a carte → te son tutto el pomeriggio che te bati carte
Batù: pieno → Iero in cine e iera batù de gente; el se batù de bori
Batùda: non intesa come battuta ma come patate, tegoline, pancetta fritta tutto mescolato e condito assieme.
Baùco: stupidin, imbambinido, vecio rincojonido
Baùl: stupidino, come dire “te ga una scatola svoda al posto del cervel!”
Baul e casson: → “Xe partì baul e xe tornà casson“, vuol dire che non ha imparato dall’esperienza
Bavariòl o bavarìn: bavaglino
Bazilàr [batsi’lar]: lamentarsi, battibeccare. Può essere usato anche nel senso di “no sta bazilar” = “lascia perdere, non preoccuparti” oppure evitare di buttare via tempo con un’attività inutile → Cossa te bazìli drio quel Ciao no te vedi che xe un ciodo.
Béchili: Agnello o pecora → te ga i cavei come un bechili ( cioè avere i capelli tutti attorcigliati in stile ovino)
Ben e no mal: locuzione avverbiale usata per sottolineare la gravità o l’intensità di un fatto, traducibile in italiano con “proprio per bene”, “alla grande”.”Son andà a corer co le braghete curte e xe vegnù giù un slavazon e me son lavà ben e no mal”; sono andato a correre con i pantaloncini corti ed è venuto giù un acquazzone e mi sono bagnato tantissimo (alla grande, da capo a piedi). “I lo ga cudumà ben e no mal”; lo hanno picchiato proprio per bene. “Iero su a Tarvisio e ga nevigà ben e no mal”; ero a Tarvisio e ha nevicato proprio tanto. “Cio’, go falopa’ ben e no mal co’ la suocera”
Bibièz: trattasi di lavoro molto complicato, che richiede molta pazienza e tempo – malorsiga, sta roba xe un bibièz tremendo!
Bianco: usato nella frase “gò pagà un bianco e un nero” significa aver speso poco per un acquisto.
Biava: “Ciapar biava” ovvero “Sconfitta bruciante in una gara sportiva”
Bieco: toppa adesive che si usava per riparare le camere d’aria delle biciclette. La parola definisce anche un tipo di pasta simile ai maltagliati
Biflar: studiare tanto, da cui biflon = secchione
Bigàdo: bocciato, a scuola oppure all’esame di guida per la patente, effettuato presso l’autoscuola Filippucci o Michelon
Bigul: originariamente uno degli innumerevoli modi per definire l’organo genitale maschile, viene usato per indicare una persona un po’ scema → te son proprio un bigul a mèter la machina in divieto de sosta, no lamentarte se te ga cazado la multa
Bigoli: spaghetti
Bilioso: petulante, meticoloso “Lassilo perder, xe un omo sai bilioso”
Biondo: modo per rivolgersi ad una persona, in modo moderatamente minaccioso “Ciò biondo, cos’ te combini” = “Hey tu, cosa stai facendo”
Biròc: carretto → “Menar el biròc” = “trainare il carretto”. Per estensione può definire una vettura in cattive condizioni (dispregiativo, ma non troppo) → “Che biroc de machina che te ga!”
Bisato: anguilla
Bisi: piselli “Stasera magno minestra de risi e bisi”
Blec: espressione che prelude il pianto, labbro inferiore sporgente, faccia triste, tipico nei bambini.
Bleda: bietola → “Magnè blede, fioi, che ve fa ben!“. Si usa anche per definire un’aspetto fisico (di persona) non al meglio “Te son proprio una bleda lessa”
Boio: bollitura “Daghe un boio alle blede che le faremo in insalata”
Bomboni: caramelle, dal francese bonbon
Bon: interiezione usata in vari modi nei discorsi, tra cui esprimere o richiedere conferma, per chiudere un argomento e passare a un altro, per sottolineare la positività di qualcosa, per indicare la conclusione di qualcosa
Bon bon: rafforza il significato di bon, nel senso di maggior approvazione o di sottolineare la positività (bontà) di una cosa
Boro/i: soldo/i → bori sarà che noi non saremo; no go bori; no te val un boro: non vali niente. Ciò, go fato 12 al totocalcio, ma iera quote popolari e no gò ciapado un boro: non ho preso una lira. No veder un boro significa non vedere nulla → Qua xe tuto buio, no se vedi un boro! Verzi un pochetin ‘sti scuri!
Botegher: commesso di bottega. “La me daghi un eto de morta” ovvero “[bottegaio] mi dia un etto di mortadella”
Braghe: pantaloni, spesso usato nel seguent modo di dire “Te son in braghe de tela” ovvero “Sono in pantaloni di tela”, per indicare che la propria situazione finanziaria non è tra le più floride
Brenta: recipiente utilizzato per il trasporto ed il travaso del vino. Essendo di forma rotonda più largo che alto viene utilizzato per descrivere le forme rotonde delle signore “Ciò te vedi quela la ga il cul come una brenta”
Brincàr: acchiappare. “Se te brinco, te facio nero” se ti acchiappo, di do una sonora lezione
Brìtola o britula: coltello a serramanico
Bròs: spilla o fermaglio; dal francese broche (secondo alcuni). In sloveno la spilla viene chiamata broška.
Brùsco: brufolo. “Te son pien de brùschi” = “sei pieno di brufoli”. Si usa anche per bruscolino → “Gò un brusco tal ocio” = ho un bruscolino nell’occhio.
Brustulin del cafè: pentola ad un manico con altro pomolo girevole, per tostare il caffè in casa
Bubez: fattorino, apprendista, garzone, galoppino, si dice di persona alla quale si fanno svolgere lavori di poco conto o quelli che non si hanno voglia di fare “Cossa son il bubez de turno?”
Bucàl: vaso da notte, pisàr/cagàr fora del bucàl significa pavoneggiarsi, raccontare un qualcosa ingrandendola a dismisura. Si usa il termine bucàl anche per indicare una donna molto brutta.
Bucalin: vasetto dei bambini
Buci: bacino → Vien, vien opa, che te dago un buci!
Budel: camera d’aria o persona grassa spreg. → Vàrdite, te son un budel!
Bùfole: Bollicine o bugie → cio’ vara se te sciopa le bufule che te fa’ co le gome te se taca tuto el muso; cio’ no sta contar bufole che i te conosi gia’ che te son un balista
Bugar: fumare → ara quel, el buga come un turco
Bugesa o bugegia: cimice, se le tocchi emana una puzza particolare
Bugna: irregolarità, bitorzolo, bernoccolo “Quel mona in bicicleta me ga lassà una bugna ta la portiera della macchina”, “vara che se te sbati la testa te vien fora la bugna”
Bugnigolo: ombelico
Bùiaca: escrementi di vacca → ieri son ‘nda a far una passeggiata e son monta sora una bùiaca; sostanza per riempire le fughe delle piastrelle → prepara la bùiaca che stropemo le fughe del bagno
Buiòl: qualsiasi contenitor che pol contenir qualcosa. Se il xe a forma semi corcolare allora xe un apoteosi. Oppure “la gà ‘l cul come un buiol”, detta di donna eccessivamente “formosa”. Nota: Come se pol capir, qui che se ciana Roberto/a i sà tutto del buiòl
Bulbo: pancia → magna, magna! Ara che bulbo che te ga… Mangia, mangia! Guarda che razza di pancia enorme che hai…
Buligàr: Verbo, fastidioso rumore dello stomaco dovuto ad appetito → “Me buliga la panza.”
Bulo: bravo ma anche immodesto
Bumbàdo: ubriaco → “Ieri sera el iera bumbàdo”
Bunda: giacca a vento, dallo sloveno → “Metite la bunda che xe zima”
Burèla: carretto a due ruote, ad esempio quello usato dagli “scovazzini”
Buriloto: contenitore
Busta: letto → “Vado in busta” = “Vado a letto, vado a dormire”
Butàr: buttare, ma assume significato di offrire (da bere) nella frase idiomatica “Chi buta de bevèr?”
Butàr fora: vomitare, rimettere → me vien de butar fora = mi vien da vomitare
Brivez: barbiere
BACUCO-
BECO-BOLA